“Ospedali con poco personale e precari” l’allarme dei sindacati alla Regione

«Bisogna pensare a una riorganizzazione della Medicina territoriale. Solo così si potrà mettere mano in modo concreto ad alcuni problemi del settore». Ne è convinto Paolo Del Vecchio, sindacalista della Cgil Novara: «Oggi abbiamo affluenze enormi al Pronto soccorso che, ovviamente, va in sofferenza, e c’è la carenza di medici. Ma questo non accadrebbe se funzionassero bene le reti di medicina territoriale. Certo, in molti reparti ci sono pensionamenti senza nuovi ingressi ma ci sono anche molti operatori, sia medici sia infermieri e operatori sociosanitari (Oss), che lasciano perché non ce la fanno più. I due anni di emergenza pandemica sono stati tremendi e sugli operatori sanitari si è scaricato di tutto, con turni massacranti e uno stress incredibile. Sono in carenza d’organico un po’ tutti i reparti; basterebbe pensare agli Oss, c’è estrema necessità. Se ne sono iscritti duemila a un concorso regionale che si dovrebbe svolgere a fine anno: speriamo che lo facciano svolgere senza ulteriori ritardi.

«Un altro tema – sottolinea Del Vecchio – è quello del personale assunto con contratto precario negli anni di pandemia; si stanno gradualmente stabilizzando ma siamo in arretrato. La sanità ha bisogno di risorse ma cosa capiterà nei prossimi mesi quando la bolletta energetica per i vecchi ospedali diventerà stratosferica? Le difficoltà aumenteranno ancora di più». Anche Maria Pia Mascetta, sindacalista della Cisl, sostiene che occorra più personale e che le assunzioni nel settore sono insufficienti: «Basta guardare alle liste d’attesa delle visite: stiamo smaltendo ancora le richieste del 2020 e va a rilento anche il meccanismo di stabilizzazione degli Oss e di infermieri assunti nell’emergenza Covid. Posso capire – osserva Mascetta – che la Regione abbia moltissime incombenze ma questa è fondamentale, è uno dei nodi cruciali per garantire salute e cure. Siamo ancora ben lontani dal traguardo. Il comparto sanitario si trova in difficoltà proprio perché deve far fronte a tantissime situazioni emergenziali, con il personale ridotto al minimo».